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E' a 'Tuttosport' che Mauro Bergamasco, totem del rugby italiano (e non solo, ha disputato 5 Coppe del Mondo come il compagno Sergio Parisse e il samoano Brian Lima), confida le sensazioni in vista dell'appuntamento con la storia della palla ovale di casa nostra: Lione, venerdì sera, è Nuova Zelanda.
"Ho incrociato in 5 occasioni gli All Blacks e ho sempre perso; il ricordo particolare è il sonoro 59 a 10 del Flaminio (2004), realizzai a fine match la sola meta, con un recupero del pallone e 50 metri di corsa verso la linea. Nel 2007 ai Mondiali francesi voltammo loro le spalle durante la Haka, fu una trovata di Pierre Barbizier: il rugby si gioca 15 contro 15, il nostro pensiero andava contro la 'brandizzazione' dello sport" scava nella memoria proponendo i ricordi delle sfide contro i tre volte campioni iridati.
Un suggerimento di formazione a Kieran Crowley, l'impresa si lega al cammino di questa Nazionale: "Non ha logica schierare le riserve contro la Nuova Zelanda e puntare tutto contro la Francia, siamo una squadra giovane che deve fare il suo gioco e cercare di vincere per crescere, per fortuna le premesse sono valide; non abbiamo ancora battuto la Nuova Zelanda, ma non si può entrare in campo con l'idea di perdere. Giochiamocela e vediamo come andiamo: la Francia gioca in casa e avrà lo stesso il coltello tra i denti. Nell'ultimo Mondiale il tifone "Hagibis" annullò la gara: avevo già smesso, ma ho capito lo sconcerto dei ragazzi in campo; è sempre meglio però prevenire in le calamità".
La chiosa di uno che ha indossato106 volte la Maglia Azzurra è dedicata all'ultimo atto di Saint Denis: "Pronostico una finale tra Francia e Irlanda. E' l'occasione di riportare la Coppa nel nostro Emisfero, la Nuova Zelanda è la sola squadra dell'Emisfero Sud all'altezza, Fiji non arriverà tra le prime quattro e l'Australia è in crisi nera. Sono ds del Bari, cerchiamo di ritornare in Serie B: giochiamo alla Stadio Vittoria. Mio fratello Mirco ricopre il medesimo ruolo a Limoges, in Serie B".
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