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Il padovano Mirco Bergamasco ha giocato 89 volte per la Nazionale e un decennio in Francia, dove ha adesso intrapreso (Limoges, quarta serie) la carriera da allenatore: "Finalmente si sono visti giocatori che si battono per la Maglia Azzurra" esordisce a 'La Gazzetta dello Sport' "I ragazzi fanno in campo un lavoro incredibile, che mancava da qualche anno a questa parte; con l'Uruguay abbiamo ottenuto grazie al carattere i punti che servivano, la squadra ha tenuto botta ai due cartellini gialli dopo l'ottima partenza e un pizzico di rilassamento".
Fari puntati sulla stella Capuozzo e sulla sfida contro gli inossidabili neozelandesi, ma non solo: "Ange è il giocatori su cui è concentrata l'attenzione di tutti e in più arriva da un infortunio; è un giocatore bravo perché sa giocare nel collettivo, ha carisma e trasmette un messaggio positivo in ogni cosa che fa. Questa squadra può battere chiunque dopo esserci riuscita con l'Australia: contro la Nuova Zelanda mi piacerebbe ricominciare il discorso dal 20 a 7 di San Siro, ero in campo nel 2009, ma contro gli All Blacks schiererei i ragazzi che hanno giocato meno per avere i titolari tirati a lucido contro la Francia. Sono due gare ravvicinate, la Francia è davvero forte, ma ha qualche punto debole e ci soffre mentalmente: le siamo superiori a livello fisico, se nel primo tempo rimaniamo in partita, possiamo battere i francesi. Il cuore italiano è più grande di quello francese, ma la Francia è la favorita, assieme all'Irlanda, per il titolo".
Al termine della Coppa del Mondo, la gestione Crowley lascerà il testimone a Gonzalo Quenada: "La squadra gioca per Crowley, come mai questo cambio in panchina? I risultati sono sotto gli occhi di tutti, c'è una rinnovata coesione; conosco il CT Quenada, lui e il suo staff potranno fare crescere ulteriormente un gruppo già ottimo. Suggerisco ai Garbisi e ai Cannone di godere di questi momenti unici, come era capitato a noi e ai Dallan nel 2003".
Getty ImagesL\'Italia debutterà contro la Namibia