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De Giorgi, la serenità del condottiero: "E' un argento vivo"

20 SETTEMBRE
ALTRI-SPORT/VOLLEY

L'allenatore degli Azzurri: "Il gruppo cresce, la gente ci ama. Sarà importante scavare nel vuoto della sconfitta per rivincere ancora".

SPORT TODAY

"Ogni tanto guardo questa medaglia, so che imparerò a volerle bene; penso alla fatica che abbiamo fatto per conquistarla, è un argento vivo. E' particolare, la sola che vinci quando perdi una partita: la Polonia è stata più brava di noi, ma in fondo vincere sempre non sarebbe umano. In Italia è faticoso accettare la cultura della sconfitta, se vinci sei un eroe, se perdi sei un fesso: ci sentiamo invece ancora ai vertici della pallavolo mondiale, entra tutto nel bagaglio delle esperienze; nove città hanno abbracciato le Nazionali lungo lo Stivale, il gruppo è cresciuto e i ragazzi sono nazional - popolari" è il bilancio a 'Il Corriere dello Sport' di Fefè De Giorgi, CT degli Azzurri .

L'importanza di ' interfacciarsi ' a una sconfitta è un segreto per restare competitivi, consapevoli che il gruppo è sano, forte e giovane (e quindi può migliorare ancora): "Quando si sono spente le luci del PalaEur mi sono sentito parte di un grande patrimonio collettivo; la sconfitta ha valore terapeutico, più grande della vittoria, scava dentro e fa guardare oltre, lascia un vuoto da riempire con altre vittorie. L'Italia vincerà ancora, non è arrivata troppo ' giovane ' al traguardo: in finale c'è stato un pizzico di emozione, c'era voglia di fare bene, ma difficoltà in ricezione e fretta di concludere azioni. Non è vero che non mi arrabbio: lo faccio in allenamento, quando non mi vede nessuno: un allenatore non deve essere un problema ulteriorie, se sei in difficoltà".

Se Parigi è l'obiettivo del triennio, Brasilia una tappa per non uscira dal binario: "In Brasile sarà un'altra scalata, sette partite in nove-dieci giorni: servirà il contributo di tutti, i Giochi Olimpici sono troppo importanti. Facciamo un passo per volta: andiamo a Parigi, poi mi chiederanno il primo oro della pallavolo Azzurra. Sanguinetti, Bovolenta e Rinaldi hanno la cultura del lavoro e il talento per aggiungere spessore a un gruppo forte: spendo una parola per Lavia, è diventato vice capitano al posto di Anzani e ha assunto la mansione alla grande; sono i ruoli dell'esempio, mica li scelgo a caso".

 

 

De Giorgi

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