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13 gennaio 1999: Michael Jordan annuncia il suo secondo ritiro dalla pallacanestro

13 GENNAIO
BASKET

Sette mesi dopo la notte iconica di Salt Lake City e il suo celebre "The Shot", MJ disse di nuovo addio al basket.

SPORT TODAY

Il 13 gennaio 1999, a quasi 36 anni, Michael Jordan annuncia (per la seconda volta) il suo ritiro dal mondo del basket. Anche questa volta, però, non sarà per sempre. Sette mesi dopo la notte iconica di Salt Lake City e il suo celebre "The Shot", MJ prese la decisione di dedicarsi completamente al suo secondo sport preferito, il golf. Un addio durato due anni e mezzo, nel settembre 2001, infatti, ritornò in campo, indossando la canotta dei Washington Wizards, per scrivere l’ultimo capitolo della sua straordinaria carriera. 

«Non credo di sentire più dentro di me lo stesso desiderio di sfida, la stessa voglia di competizione: so che dal punto di vista individuale, per quello che riguarda la mia carriera, ho raggiunto ogni obiettivo che volevo raggiungere». Così, davanti al mondo intero, Micheal Jordan annunciò il suo secondo addio al mondo del basket, sei anni dopo il primo (nel ’93), deciso in seguito alla morte del padre. Questa volta, Micheal, non ne aveva letteralmente più, stanco mentalmente e consapevole che il ciclo magico dei Bulls fosse arrivato ormai al capolinea

Dal secondo "three-peat", all'addio pochi mesi dopo

Dallo storico secondo “three-peat” conquistato con i Bulls nel giugno dell’anno precedente, al termine di quella gara-6 diventata poi leggenda contro gli Utah Jazz col suo canestro decisivo, arrivato dopo la palla rubata dalle mani di Karl Malone e dal tiro mandato a bersaglio 5.2 secondi dal termine (per tutti “The Shot”), all’addio (in quel momento apparso come definitivo in tutto e per tutto), soli pochi mesi più tardi. Mesi in cui Jordan, per via del lockout (che mise in moto verso l’Europa tantissimi campioni d’oltreoceano), non toccò mai palla, ma che evidentemente gli servirono per capire che ormai era tempo di appendere le scarpe al chiodo, anche se i numeri, all’epoca, erano ancora tutti dalla sua parte. Ancora una volta, infatti, MJ aveva chiuso la stagione precedente come miglior marcatore della lega, con tanto di MVP delle finali. Anche per questo, una volta appresa la notizia, per gli appassionati e fan in giro per il mondo (e non solo per loro) fu uno shock. E di quell’addio, ne parlarono tutti, da ogni angolo del globo. Il giorno dopo ne parlò tutto il mondo e il mito esplose, come continua anche oggi.

Il dolce ritorno sui campi, due anni e mezzo più tardi

«Mi ritiro al 99,9%», aggiunse Micheal il giorno della conferenza, e alla fine, quello 0,1% prevalse, dopo un periodo passato a dedicarsi al golf (il suo sport preferito) e alla gestione dei Washington Wizards, dei quali nel frattempo era diventato proprietario. E proprio nella capitale, nel settembre del 2001, decise di tornare in campo. Un secondo “ritorno” magari non dominante come il primo (che fruttò tre titoli NBA, più un’infinità di record), ma comunque speciale, quasi insperato. 

Jordan riuscì comunque a tenere una media superiore ai 20 punti segnati a partita nelle ultime due stagioni con gli Wizards, prima di ritirarsi, quella volta in via definitiva, nel 2003, a 40 anni compiuti, chiudendo l’era del giocatore di basket più forte di ogni epoca.

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Getty ImagesIl solo e unico Micheal Jordan

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