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Campione Nba nel 1972 con i Los Angeles Lakers, ha ottenuto 14 volte la convocazione come NBA All-Star, e per ben 10 è stato inserito nel All-NBA First Team: la sua canotta, numero 44, è stata ritirata dalla franchigia gialloviola. Ritiratosi nel 1974, due anni dopo ha iniziato la carriera da allenatore, sedendosi sulla panchina dei Lakers dal '76 al '79.
Dal campo alla scrivania: un vincente per natura
Se da giocatore era un fenomeno, lo è stato altrettanto come dirigente. Chiusa la sua avventura da coach, all'alba degli anni '80, ha poi indossato i panni del general manager dei Lakers: con lui, e grazie a lui, è cominciata la dinastia vincente gialloviola dell'epoca (il periodo del Showtime).
Allenati da Pat Riley, e con Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar, James Worthy e tante altre leggende, i suoi Lakers per anni dominarono la scena, restando al top e diventando una delle franchigie di punta della NBA.
Nel 1996, l'arrivo di Kobe a Los Angeles portò i Lakers a conquistare il three-peat agli inizi del 2000 (grazie anche al contributo di Shaquille O'Neal, arrivato come free agent): titoli su titoli che ad oggi appaiono irripetibili e che hanno regalato a tifosi e appassionati momenti unici.
Nel 2002 lasciò la California per approdare a Memphis, dove è rimasto fino al 2007, poi, dal 2011 al 2017, ha ricoperto un ruolo nel executive board dei Warriors, prima di diventare consulente nella dirigenza dei Clippers.
GettyJerry West