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C'è grande attesa per l'ultimo atto della finale tricolore tra Olimpia Milano e Virtus Bologna: i campioni in carica si riconfermeranno, conquistando l'iconica terza stella, o gli ospiti bisseranno la vittoria di due stagioni fa?
Hanno espresso pronostici a riguardo, mescolati a sapienza cestistica che intesse la trama dei ricordi personali, Roberto Premier e Alessandro Abbio.
Premier e Abbio hanno rilsciato queste dichiarazioni a 'La Gazzetta dello Sport': "Una gara così si deve interpretare come un momento particolare della tua vita e carriera, siccome non sai se ne rigiocherai altre poi; se vinci, sei un eroe, e se perdi, ti senti come fossi l'ultimo arrivato. Non c'entra essere un campione, o un gregario: la tensione emotiva è la stessa. Ai miei tempi se giocavi in casa avevi un lieve vantaggio, diciamo partivi 60 a 40: adesso il divario si è ristretto, è una eccezione che Olimpia e Virtus abbiano sempre sfruttato il fattore campo, quindi do Milano vittoriosa di una incollatura perché si gioca al Forum. I giocatori più esperti sanno quando correre e quando frenare: D'Antoni, Mc Adoo e Meneghin lo facevano, io invece entravo in trance agonistica e non cambiavo mai nei 40'" spiega l'ex Olimpia.
"Un giocatore in queste partite deve dosare bene le energie durante la gara, le finaliste sono cotte e ogni sforzo va gestito al meglio; la Virtus ha avuto una reazione fisica importante, era spalle al muro e ha denotato grande compattezza di squadra. Se ci sarà una giocata come quella con cui Danilovic decise Gara - 5 nel 1998? Lui è inimitabile: sia Milano che Bologna hanno campioni che possono riuscirci, penso a Napier e Shields, a Teodosic e Belinelli. Forse ci sarà qualche cambiamento tattico, con qualche passaggio di zona per rompere il ritmo all'attacco rivale, ma a questi livelli conteran la cura dei dettagli e il talento dei singoli: fondamentale limitare gli errori, in particolare dalla lunetta" controbatte l'ex Virtus.
Getty ImagesOlimpia - Virtus, ultimo atto