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È un Gianluca Rocchi molto franco quello che ha parlato ai microfoni di Radio Anch'Io Sport in merito al rendimento avuto dai fischietti italiani in questa prima parte di stagione, un periodo che, nonostante il polso degli arbitri nostrano e il supporto tecnologico, non è stato privo di polemiche.
"E' una sorta di anno zero per gli arbitri, abbiamo cambiato il modo di lavorare senza stravolgere quanto fatto dal mio predecessore Rizzoli. Sto cercando di portare la mentalità di un club nel gruppo arbitrale, per questo ho inserito due tattici per la lettura delle gare" ha dichiarato il designatore di Serie A e B.
"I giovani arbitri sono bravi, serviva un ricambio generazionale, ma essendo ragazzi validi hanno bisogno di esperienza. Dobbiamo investire su di loro".
Esperienza che, secondo Rocchi, un arbitro deve avere anche per andare in tv e gestire la comunicazione con le varie parti in causa, una mansione questa di cui recentemente l’ex fischietto toscano ha incaricato Antonio Giannoccaro.
“Giannoccaro servirà per le comunicazioni interne. Sul fatto che un arbitro parli a fine gara non penso che l'AIA chiuda la porta. Per stare in televisione bisogna però essere ben preparati".
Rocchi, dunque, non esclude che prima o poi gli arbitri inizino a parlare a fine gare, casistica questa la cui attuazione però sembra più lontana rispetto al far ascoltare al pubblico i dialoghi fra arbitro e sala Var.
"Il giorno in cui avverrà è molto vicino. Non c'è nessun segreto e molto spesso lo riascoltiamo anche noi per valutare e studiare cosa succede. Presto ascolteremo tutto tutti, per togliere anche i dubbi sull'onestà intellettuale degli arbitri".
Il designatore, quindi, è tornato sull’operato di Maresca in Roma-Milan riconoscendo gli errori commessi ma, allo stesso tempo, tendendo la mano all’arbitro napoletano.
"Non mi piacque la gestione della partita, non l'episodio singolo. In questo Fabio non è stato al top. Può benissimo capitare una serata storta, l'ho avuta anche io. Ora farà un passaggio in Serie B poi tornerà in A”.
Chiosa finale per il Var a chiamata, uno strumento che potrebbe ulteriormente aiutare arbitri e squadre a rasserenare il clima in campo.
“Non siamo contrari, almeno per quanto mi riguarda, ma molti allenatori non sono convinti, è un percorso lungo e che andrebbe regolato bene".
GettyRocchi