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Nonostante la vittoria della Ligue1 sia ancora in discussione (il crollo casalingo contro il Lorient ha consentito al Marsiglia di Igor Tudor di avvicinare i parigini a -5), Nasser Al Khelaifi decide di adottare il pugno duro nei confronti di Lionel Messi, che lunedì si è recato in Arabia Saudita per impegni commerciali, anziché partecipare all'allenamento punitivo fissato dalla società e dall'allenatore Galtier.
A quanto riferisce 'RMC Sport' il PSG avrebbe sospeso due settimane (in cui non potrà giocare, né allenarsi con la squadra, senza essere pagato) la sua stella argentina: in un primo momento era la multa il provvedimento ipotizzato nei confronti di Messi in versione 'testimonial Federcalcio di Riyad' per la candidatura saudita al Mondiale 2030, ma la presenza non 'autorizzata' è stata evidentemente considerata una sorta di strappo definitivo del classe 1987: 'L'Equipe' aggiunge, intitolando in prima pagina 'L'imbroglio', che l'ex Barcellona non avrebbe addirittura avvisato la dirigenza.
Si va dunque verso un ritorno della 'Pulce', sette volte Pallone d'Oro e in procinto di raccogliere a livello individuale l'ennesimo riconoscimento per il successo iridato in Qatar, in terra catalana: il contratto con il PSG, dove in due anni ha giocato 71 partite e fatto 31 reti, non verrà rinnovato e papà Jorge tesse intanto la tela per individuare l'accordo che rispetti i parametri salariali imposti dalla rigida Liga. Le alternative, ovviamente, non mancano: la MLS, pronta a organizzare con Canada e Messico il Mondiale 2026, e il Newcastle, che appartiene al fondo sovrano saudita Pif, pronto a dirottarlo successivamente nella lega dove sgambetta Ronaldo.
Sarà così Kylian Mbappé, che ha sottratto a Messi lo scettro di capocannoniere iridato e ha accentrato nelle sue mani il controllo sul 'mondo' parigino, a dover trascinare il PSG domenica a Troyes e il sabato successivo contro l'Ajaccio: la maglia numero 30 sarà di nuovo indossato il 21 maggio contro l'Auxerre.
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