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Perché il soprannome della Colombia è i 'Cafeteros'

10 OTTOBRE
CALCIO/CALCIO INTERNAZIONALE

Uno dei principali produttori mondiali di caffè non poteva far altro che ricordarlo anche nel mondo del calcio.

SPORT TODAY

Sei partecipazioni alla Coppa del Mondo, 23 alla Copa America, sollevata al cielo nel 2001 da capitan Ivan Ramiro Cordoba, per una delle Nazionali con più tradizione nel calcio mondiale: la Colombia. ‘La Tricolor’, una bandiera che negli ultimi anni, anche grazie al pallone, abbiamo imparato a conoscere sempre più a fondo. E nella quale si mischiano il giallo, a rappresentare la ricchezza del suolo colombiano, il blu, come i due oceani che bagnano il paese, e il rosso, il sangue degli eroi caduti. Accanto al tricolore che sventola fiero per le strade di Bogotà, Medellin, Cali, Barranquilla e in tutte le piazze e strade del Paese, c’è una tazza di caffè, perché è in queste due cose che i colombiani si identificano maggiormente: caffè e ‘Tricolor’. 

Da sempre, ‘Cafeteros’

Basta poco quindi per capire il perché del soprannome ‘Cafeteros’, apparentemente semplice o elementare, ma in realtà intriso di significato, storia, cultura e tradizione. Il caffè ha plasmato la Colombia, la sua produzione media annua è di 11,5 milioni di sacchi: la terza più alta al mondo, dopo Brasile e Vietnam. Da qui, i ‘Cafeteros’, letteralmente i coltivatori di caffè. Un soprannome che è stato affiancato fin da subito ai miti dello sport colombiano, nel calcio, in particolare, alla fine degli anni ’30, quando la ‘Tricolor’ fece il suo debutto ufficiale alla 4°edizione dei Giochi centroamericani e caraibici tenutasi a Panama. 

Federación Nacional de Cafeteros de Colombia 

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perch

Basta poco quindi per capire il perché del soprannome ‘Cafeteros’, apparentemente semplice o elementare, ma in realtà intriso di significato, storia, cultura e tradizione. Il caffè ha plasmato la Colombia, la sua produzione media annua è di 11,5 milioni di sacchi: la terza più alta al mondo, dopo Brasile e Vietnam. Da qui, i ‘Cafeteros’, letteralmente i coltivatori di caffè. Un soprannome che è stato affiancato fin da subito ai miti dello sport colombiano, nel calcio, in particolare, alla fine degli anni ’30, quando la ‘Tricolor’ fece il suo debutto ufficiale alla 4°edizione dei Giochi centroamericani e caraibici tenutasi a Panama. 

Federación Nacional de Cafeteros de Colombia 

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perch

Federación Nacional de Cafeteros de Colombia 

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perch

Basta poco quindi per capire il perché del soprannome ‘Cafeteros’, apparentemente semplice o elementare, ma in realtà intriso di significato, storia, cultura e tradizione. Il caffè ha plasmato la Colombia, la sua produzione media annua è di 11,5 milioni di sacchi: la terza più alta al mondo, dopo Brasile e Vietnam. Da qui, i ‘Cafeteros’, letteralmente i coltivatori di caffè. Un soprannome che è stato affiancato fin da subito ai miti dello sport colombiano, nel calcio, in particolare, alla fine degli anni ’30, quando la ‘Tricolor’ fece il suo debutto ufficiale alla 4°edizione dei Giochi centroamericani e caraibici tenutasi a Panama. 

Federación Nacional de Cafeteros de Colombia 

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perch

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perch

Basta poco quindi per capire il perché del soprannome ‘Cafeteros’, apparentemente semplice o elementare, ma in realtà intriso di significato, storia, cultura e tradizione. Il caffè ha plasmato la Colombia, la sua produzione media annua è di 11,5 milioni di sacchi: la terza più alta al mondo, dopo Brasile e Vietnam. Da qui, i ‘Cafeteros’, letteralmente i coltivatori di caffè. Un soprannome che è stato affiancato fin da subito ai miti dello sport colombiano, nel calcio, in particolare, alla fine degli anni ’30, quando la ‘Tricolor’ fece il suo debutto ufficiale alla 4°edizione dei Giochi centroamericani e caraibici tenutasi a Panama. 

Federación Nacional de Cafeteros de Colombia 

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perch

Federación Nacional de Cafeteros de Colombia 

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perch

Basta poco quindi per capire il perché del soprannome ‘Cafeteros’, apparentemente semplice o elementare, ma in realtà intriso di significato, storia, cultura e tradizione. Il caffè ha plasmato la Colombia, la sua produzione media annua è di 11,5 milioni di sacchi: la terza più alta al mondo, dopo Brasile e Vietnam. Da qui, i ‘Cafeteros’, letteralmente i coltivatori di caffè. Un soprannome che è stato affiancato fin da subito ai miti dello sport colombiano, nel calcio, in particolare, alla fine degli anni ’30, quando la ‘Tricolor’ fece il suo debutto ufficiale alla 4°edizione dei Giochi centroamericani e caraibici tenutasi a Panama. 

Federación Nacional de Cafeteros de Colombia 

Il caffè (che arrivò nel paese attorno al XVIII°secolo), come il calcio, in Colombia è una cosa seria: una religione, indipendentemente dal fatto che venga bevuto o meno. Tra questi due mondi, lontani ma in realtà vicinissimi, c’è un parallelo. Com’è possibile? La risposta è arrivata in via ufficiale nel 1927, quando è stata fondata la Federazione dei coltivatori di caffè che, come la FIFA con i Mondiali di calcio, riunisce ogni quattro anni più di 350 squadre di coltivatori. Obiettivo: eleggere il miglior caffè del Paese. Ecco, ora avete capito il perché dei ‘Cafeteros’?

 

Colombia

Getty ImagesColombia, settembre 2023

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