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De Laurentiis: “Inghilterra ha gli stadi migliori, noi la mafia e la camorra”

9 MAGGIO
CALCIO

Il presidente del Napoli ha parlato anche dello stadio di Napoli durante la cerimonia di consegna al sindaco Manfredi della statua raffigurante Maradona

SPORT TODAY

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, durante la cerimonia di consegna al sindaco Manfredi della statua raffigurante Maradona, ha parlato anche della questione stadio: “Per decidere bisogna essere in pochi, massimo in due. Il sindaco mi disse che dello stadio si sarebbe interessato in prima persona e io non ho invaso il suo campo d'azione”.

Arriva poi un paragone da parte del numero uno azzurro tra Italia e Inghilterra: “È vero che in Inghilterra ci sono gli stadi migliori al mondo e c'è una legge che ha messo fuori causa gli hooligans, ma noi qui non possiamo mettere fuori causa la mafia, la camorra, la sacra corona unita ecc. Noi abbiamo più capacità di adattamento però”.

Ancora sulle problematiche di Napoli: “Quando un sindaco viene eletto in questa città ha bisogno di almeno 7-8 mesi per capire che casino è questa città, è una piovra che ti risucchia nel caotico non fare di decenni. Il sindaco, è stato anche ministro, conosce le regole del dover amministrare il paese, si è fatto mandare da Roma una persona perfetta per il bilancio, perché questo Comune è sempre stato disastrato sul bilancio”.

De Laurentiis precisa: “Lui ha dovuto, in questi 7-8 mesi, immergersi e capire: lo stadio noi lo rimetteremo a posto e lo faremo diventare un bellissimo stadio, ma dobbiamo studiare tutte le problematiche collaterali che lo facciano funzionare. Viabilità, servizi e trasporti, possibilità di vivere la struttura 7 giorni su 7 e non solo. In una città e in un quartiere come quello, bisogna trovare le opportune volontà, di chi abita in quel quartiere, per concertare le cose in modo da rispettare tutti. Io vorrei abbandonare l'idea del vecchio: io sono un visionario e tutto quello che ho predetto, pur non venendo dal calcio, si è avverato”.

Infine: “Dodici anni fa con Piva, a Milano, facemmo una serie di altri progetti per il San Paolo, oggi Maradona, ma abbiamo trovato difficoltà in questa città”.

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