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Immagini drammatiche, che hanno fatto il giro del mondo e che nulla hanno a che vedere con una partita di calcio. «È un attacco terroristico contro la Svezia e i suoi cittadini, solo perché svedesi», così in conferenza stampa il primo ministro Ulf Kristersson, in seguito all’orrore di lunedì sera avvenuto all’esterno dello stadio Re Baldovino prima della sfida tra Belgio e Svezia valida per le qualificazioni a Euro 2024, dichiarando che il Paese è sotto attacco.
«La Svezia non è mai stata sotto minaccia tanto grande – ha proseguito in conferenza stampa il primo ministro Kristersson -. Stiamo vivendo tempi bui e lo sappiamo da tempo, ma mai il nostro Paese non si è mai trovato in questa situazione».
Uno stato sotto attacco, che sta vivendo ore di terrore: necessarie misure preventive
A fare da eco alle parole di Kristersson, Martin Fredman, capo della sicurezza della federazione calcistica svedese, che ha indicato un elenco di misure preventive per i tifosi che si recheranno all’estero per eventi sportivi. Tra queste, quella di evitare di indossare capi che facciano riferimento a squadre nazionali o di club svedesi. «Non indossate l'abbigliamento blu e giallo associato alle squadre sportive del Paese», ha affermato e ordinato Fredman a coloro che hanno intenzione di recarsi in trasferta per seguire la Nazionale (la prossima sfida è in programma il 16 novembre in Azerbaigian).
Dopo la terribile e sanguinosa notte di Bruxelles (l’ultimo dei tifosi svedesi, per un totale di circa 650, ha lasciato lo stadio intorno alle 4 del mattino sotto la sorveglianza della polizia, insieme ad alcuni membri del personale della federazione), l’allerta resta ancora altissima, non solo in Svezia.
La gara tra Belgio e Svezia, sospesa all’intervallo sull’1-1, non è chiaro quando e se verrà recuperata, con la UEFA che ha spiegato che è ancora troppo presto per prendere qualsiasi tipo di decisione.
Getty ImagesBruxelles, ottobre 2023, Belgio-Svezia: tifosi svedesi