_atrk_opts = { atrk_acct:'ryZiw1Fx9f207i', domain:'sport-today.it',dynamic: true};(function() { var as = document.createElement('script'); as.type = 'text/javascript'; as.async = true; as.src = 'https://certify-js.alexametrics.com/atrk.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0];s.parentNode.insertBefore(as, s); })(); (function(w,d,s,l,i){w[l]=w[l]||[];w[l].push({'gtm.start': new Date().getTime(),event:'gtm.js'});var f=d.getElementsByTagName(s)[0], j=d.createElement(s),dl=l!='dataLayer'?'&l='+l:'';j.async=true;j.src= 'https://www.googletagmanager.com/gtm.js?id='+i+dl;f.parentNode.insertBefore(j,f); })(window,document,'script','dataLayer','GTM-T4S39TC'); grecaptcha.ready(function() { grecaptcha.execute('6LeaCm0lAAAAAJk-8YrUcXgyA81YOGqyzEgCTWkN', {action: 'pageview'}).then(function(token) { var score = token.score; var dataLayer = window.dataLayer || []; dataLayer.push({ 'reCaptchaScore': score }); }); });
L’11 maggio 1984, precisamente 40 anni fa, nel piccolo comune di Fuentealbilla nella provincia di Albacete, nasceva uno dei giocatori più forti della storia del calcio: Andrés Iniesta Luján. Un centrocampista unico nel suo genere, che è riuscito a vincere praticamente tutto con la maglia del Barcellona e della Spagna. Un fenomeno capace di straordinarie magie che hanno fatto emozionare i tifosi blaugrana e spagnoli e non solo. Hanno fatto innamorare tutti gli appassionati di questo sport. E proprio per le sue incredibili magie lo spagnolo è soprannominato ‘l’Illusionista’.
Magie che ancora, all’età di 40 anni, continua a regalare. No, Andrés non ha smesso di giocare. Perché con il calcio c’è un amore reciproco, una storia fantastica che non riesce a chiudere. Iniesta, infatti, dopo l’esperienza in Giappone con la maglia del Vissel Kobe, da agosto 2023 gioca all'Emirates Club, negli Emirati Arabi Uniti. La sua incredibile carriera nei club, però, è legata esclusivamente alle imparagonabili gioie ottenuto con il Barcellona, club che lo scopre dall’Albacete a 12 anni al torneo ‘infantil de Brunete’. Dopo tre anni è diventato il capitano della squadra Under 15 blaugrana e ha vinto la Nike Premier Cup, segnando la rete decisiva in finale all’ultimo minuto. È il ‘preludio’ di quello che riuscirà a fare e vincere poi con i grandi.
Iniesta ha collezionato complessivamente ben trentotto trofei ed è il quarto giocatore più vincente di tutti i tempi. Con il Barcellona, con cui ha trionfato addirittura quattro volte in Champions League, conquistando anche 9 campionati spagnoli, 6 Coppe del Re, 7 Supercoppe spagnole, 3 Supercoppe europee e 3 Mondiali per Club. È riuscito poi ad aggiungere titoli al suo fantastico palmares anche nell’esperienza al Vissel Kobe, alzando una Coppa dell'Imperatore e una Supercoppa di Giappone.
Indimenticabili, poi, i trionfi con la Spagna. Insieme ad altri fenomeni come Xavi, ha rilanciato il calcio spagnolo a livello mondiale. La Nazionale iberica è riuscita a conquistare, di fila, due Europei (2008 e 2012) e il Campionato del Mondo in Sudafrica nel 2010. E proprio Iniesta, che regalò quel Mondiale alle Furie Rosse segnando la rete decisiva ai supplementari della finale contro l’Olanda, è stato uno dei principali simboli di quella selezione, che è diventata la più vincente della storia della Spagna.
La carriera di Iniesta è caratterizzata da numeri incredibili. Il centrocampista fa parte della cerchia ristretta dei giocatori con almeno 1000 partite all’attivo. Tra giovanili e prima squadra, ha giocato 22 anni con il Barcellona, collezionando ben 728 presenze e segnando 62 reti. Con 131 gare (13 gol) con la maglia della Spagna, è invece il quinto calciatore più presente nella storia della Nazionale spagnola.
Nella sua bellissima carriera da calciatore, però, Iniesta ha vissuto anche momenti particolarmente complicati. Il periodo più difficile della sua vita è stato quello della depressione, come confessato proprio da Andrés che, in un'intervista di qualche anno fa, ha svelato di aver sofferto soprattutto dopo la Champions vinta nel 2009, in un periodo costellato da infortuni e caratterizzato anche dalla morte dell'amico Dani Jarque. «Non ero al meglio e poi morì Dani. Quando l’ho saputo è stato come essere colpito da un pugno fortissimo che mi ha mandato al tappeto, mi sono sentito sprofondare. Ci sono state molte cose che mi hanno fatto cadere in un vicolo cieco. So che è una cosa difficile da capire quando si ha tutto, ma sono stato malissimo. Le cose migliori mi sono accadute nella fase per me più difficile. Non mi vergognavo nel farmi vedere così dai compagni. Se non avessi avuto attorno a me ciò che ho avuto, sarebbe stato praticamente impossibile uscirne. Vedevo tutto nero e più passavano i giorni e più mi sentivo peggio. In situazioni del genere non provi niente, non vedevo l’ora che arrivasse la notte per prendere una pillola e riposarmi. Diventa complicato tenere il controllo della tua vita» ha raccontato Iniesta.
Getty ImagesAndres Iniesta con la maglia del Barcellona