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Coglierà il frutto più succoso la generazione d'oro dei Diavoli Rossi? La risposta al quesito definisce i traguardi del Belgio, attualmente spodestato dal Brasile, ma per tre anni e mezzo in cima al Ranking Fifa. Sono otto i senatori che hanno raggiunto (o supereranno) la doppia cifra di presenze in Nazionale e il terzo posto di Russia 18, vincendo contro l'Inghilterra la finalina persa a Messico 86, non può che avere i connotati di tappa del cammino avviato ai quarti di Brasile 14 (giustiziere l'Argentina di Higuain).
Se la partita più prestigiosa fu la vittoria sul Brasile, quella più iconica è stata la rimonta di Rostov sul Giappone: decisivo il terzetto Vertonghen-Fellaini-Chadli.
A tenere le briglia di una squadra che ha interrotto la sua ambiziosa corsa europea contro il Galles prima e l'Italia poi è il catalano Roberto Martinez, vincitore della FA Cup a spese di Mancini col Wigan retrocesso: il piglio con cui ha raggiunto la qualificazione da imbattuta (25 i gol fatti e 6 quelli incassati), concedendo due spartizioni della posta a Galles e Repubblica Ceca, fa pensare che tutto sia apparecchiato per la consacrazione.
Le geometrie visionarie di Kevin De Bruyne, 4 volte vincitore della Premier col Manchester City e il rendimento strepitoso di Tibout Courtois, trascinatore alla pari di Benzema nei dentro o fuori dell'ultima rassegna continentale per Club, sono armi letali: la potenza dell'acciaccato Romelu Lukaku, che ha timbrato in 65 occasioni il cartellino, e il desiderio di rivalsa di Eden Hazard, doratamente imprigionato a Valdebebas, potrebbero fare il resto, sopperire persino a una retroguardia che l'anagrafe arrigginisce, per quanto Vertonghen abbia vissuto al Benfica una seconda giovinezza.
E i rincalzi? Michy Batshuayi, Jeremy Doku e Dries Mertens, però.
Formazione-tipo (3-4-3): Courtois; Alderweireld, Denayer, Vertonghen; Castagne, Witsel, Tielemans, Carrasco Ferreira; De Bruyne, Lukaku, Eden Hazard.