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Ronaldo de Assis Moreira nasce a Porto Alegre il 21 marzo 1980. Inizia a giocare a Beach Soccer fin da giovanissimo, prima di passare ai veri e propri campi di calcio. La sua carriera tra i professionisti ha inizio a 17 anni: nel 1998 arriva infatti l’esordio in Copa Libertadores con la maglia del Gremio. Passa solo un anno e arriva il debutto anche con il Brasile, contro la Lettonia. Nello stesso anno ecco il successo in Copa América, realizzando un gol straordinario contro il Venezuela: sombrero per superare il primo avversario, colpo di tacco per portarsi il pallone avanti e gol. Quella rete diventa storia, tanto da essere mandata in onda da tv Globo come sport pubblicitario. Passa un altro anno ed ecco l’arrivo in Europa: il Psg ne annuncia la firma per cinque anni. Qui cresce a livello internazionale fino ad arrivare al 2002, quando vince il Mondiale da titolarissimo a 22 anni con il Brasile. Il Gaúcho è decisivo soprattutto nei quarti di finale contro l’Inghilterra: assist per Ronaldo e punizione iconica all’incrocio dei pali per completare la rimonta.
Il 19 luglio 2003 Ronaldinho firma con il Barcellona. I blaugrana non vincono nulla da quattro stagioni, e l’arrivo del brasiliano per 30 milioni di euro rappresenta una speranza per il presente e il futuro del club. Con Frank Rijkaard fa la storia del club: 94 gol e 71 assist in cinque anni. Due campionati, una Champions League, due Supercoppe spagnole e un Pallone d’Oro nel 2005. Insomma, nient’altro da aggiungere. Il momento forse più iconico della sua esperienza al Barcellona è il Clásico contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu del 19 novembre 2005. Una doppietta straordinaria che viene applaudita anche dai tifosi Blancos nonostante il 3-0 blaugrana. E come dimenticare la rovesciata del primo marzo 2008 in casa dell’Atletico Madrid.
Gli ultimi due anni non vanno come previsto e con l’arrivo di Guardiola, che stravede per la crescita personale di un certo Lionel Messi, Dinho passa al Milan. Il suo primo gol in rossonero è un’altra perla: stacco di testa impetuoso nel derby contro l’Inter e 1-0 finale. In ogni caso, nonostante diversi sprazzi a ricordare i vecchi tempi, il brasiliano nel gennaio 2011 si trasferisce al Flamengo dove di fatto finisce la sua carriera ad alti livelli con la speranza di trovare la spensieratezza e il sorriso in un calcio di livello oggettivamente minore. Flamengo, Atletico Mineiro, Queretaro e Fluminense. A gennaio 2018 decide di ritirarsi ufficialmente: è la fine della storia di una leggenda la cui classe è stata direttamente proporzionale alla quantità di rimpianti per quello che avrebbe potuto continuare a dare al calcio.
Getty ImagesRonaldinho