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Lecce, Baschirotto e il consiglio ai fantallenatori: “Prendetemi”

23 NOVEMBRE
CALCIO/SERIE A

Dall’attaccante più difficile da marcare alle differenze tra Baroni e D’Aversa: ecco le parole del difensore dei salentini

SPORT TODAY

Federico Baschirotto, una delle rivelazioni dello scorso campionato, alla prima esperienza in A ha fatto registrare ottimi numeri divenendo il pilastro della retroguardia salentina e segnando anche tre reti in 37 presenze: non male per uno che di mestiere fa il difensore. Anche questa stagione è iniziata molto bene, anche se dopo 12 apparizioni (11 in A e una in Coppa Italia) non è ancora arrivato il primo gol. Intervistato a DAZN Talks, il classe ’96, una montagna di muscoli (95 kg per 184 cm), ha voluto lanciare un messaggio ai fantallenatori: «Consiglio di prendermi, io do il massimo. In difesa ci diamo tutti da fare. L’attaccante più difficile da marcare è stato Osimhen, anche Lautaro, secondo me il più forte del campionato».

Da Baroni a D’Aversa: ecco cosa è cambiato

Su D’Aversa, che ha preso il posto di Marco Baroni, tecnico dei pugliesi la scorsa stagione, rivela: «L’alchimia cresce partita dopo partita. Parliamo un po’ inglese un po’ italiano e ci capiamo. Solo Oudin e Kaba parlano poco italiano. Piano piano arriveranno anche loro. D’Aversa si è messo a imparare l’inglese e dà un po’ di indicazioni in inglese e in italiano. Si fa sentire tanto in partita. Grida molto e dipende dai momenti delle partite, a volte si è tanto concentrati che non sentiamo. A me? Mi chiama Baschi o Fede. La differenza con Baroni? Cerca di dare un po’ più di lavoro offensivo, con Baroni eravamo più attenti alla difesa. Siamo partiti comunque dalle idee dell’anno scorso. Per chi c’era dall’anno scorso è stato un vantaggio. Mi trovo bene a quattro ma in carriera ho fatto anche la difesa a tre».

Baschirotto, il leader del Lecce

Con la partenza di Hjulmand, ora allo Sporting Lisbona, Baschirotto si è caricato sulle spalle il peso della squadra: «I leader sono quelli silenziosi, lo faccio dire agli altri, io cerco solo di portare l’esempio e di lavorare tanto per portare il risultato. Ci sono diversi nuovi arrivi ma ci siamo molto amalgamati, mille lingue nello spogliatoio ma ci capiamo tra inglese e italiano. Avendo tanti stranieri ci devi parlare in inglese e devi abituarti. Io lo mastico in questo anno e mezzo».

Federico Baschirotto, Lecce

Getty ImagesBaschirotto

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