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Kakà non ha dubbi: il derby di sabato può finire con una vittoria del Milan, a oltre quattro anni e mezzo di distanza dall'ultima stracittadina vinta in Serie A. In un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport', l'ex calciatore brasiliano, mai dimenticato dai tifosi rossoneri, si sbilancia: "Vinciamo noi 2-1. Ma che fatica".
Per il brasiliano è il mix tra giovani di qualità e senatori a funzionare in casa rossonera, in questo ottimo inizio di campionato. Una combinazione che gli ricorda l'estate del 2003, quando approdò al Milan dal San Paolo: "Quando sono arrivato ero giovane e ho trovato una struttura precisa che mi ha aiutato. E’ importante continuare. Mi pare che il fondo Elliott abbia dettato una linea giusta, che l’a.d. Gazidis sta mantenendo. Il lavoro di Maldini e prima anche di Boban è stato importante. Mi piace la linea verde del Milan, imparare dai più vecchi però è fondamentale”.
“Senza quelli che ho incontrato a Milanello non sarei diventato quello che sono stato - spiega Kakà -. I giovani non bastano? Mi pare evidente. Pensiamo al modello Arsenal. Bello, ma negli ultimi anni non hanno vinto nulla. Bisogna essere un po’ più concreti".
Importante, per Kakà, anche non aver cambiato allenatore: "In Brasile l’allenatore sbaglia due partite e va a casa. Si deve avere una visione più ampia per costruire una base, quindi sì, certo che è stato giusto confermare Pioli. Il Milan gioca un calcio divertente, ha idee chiare. La strada per tornare ai vertici è lunga, ma come dicevo è stata imboccata".
La chiave del ritorno ai vertici del club rossonero è però Zlatan Ibrahimovic: "Fa salire tutti di livello - afferma Kakà -, è pazzesco per motivazioni oltre che per qualità. Aiuta tantissimo i più giovani, fa crescere il gruppo, insegna agli altri a mantenersi ad alti livelli e toglie pressione. Il campionato sarà lungo e duro, scommetto che lui farà la differenza fino alla fine".
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