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Milan, Shevchenko: "Il mio gol più importante non è nelle statistiche"

13 OTTOBRE
CALCIO/SERIE A

L'attaccante ucraino ha parlato sul palco del Festival dello Sport

SPORT TODAY

L'attaccante del Milan Andriy Shevchenko dal palco del Festival dello Sport ha ricordato la sua avventura in rossonero: "Il Pallone d'Oro era il mio sogno, fin da piccolo, vincerlo è stato uno dei giorni più belli della mia vita. La notizia mi è arrivata da un giornalista, subito dopo la premiazione a Parigi mi ha chiamato il presidente dell'Ucraina, ho dedicato il Pallone d’Oro al mio paese e alla mia gente". 

Poi ha raccontato un aneddoto sul suo approdo in rossonero: "Braida arriva a Kiev, mi da la maglia del Milan e mi dice guardandomi negli occhi, con questa maglia vinci il Pallone d’Oro".

"Il gol più importante è il rigore di Manchester, eppure nelle statistiche quel gol non c’è, i gol sono 173, con quello 174. Vincere la Champions è l'unico modo per diventare Campione del Milan, ho capito subito di essere in un ambiente speciale".

"In camera con Ambrosini, “Passami il telecomando” è stata la prima frase imparata, ma in realtà l'accoglienza è stata da grande famiglia".

"Il gol più bello l'ho fatto a Roma, un gesto tecnico molto difficile. Sono una persona umile, per quello ho avuto il rispetto di tutti, sono speciale per quello che ho fatto in campo, fuori dal campo sono una persona normale, la mia famiglia mi ha insegnato ad essere semplice e onesto".

"Totti: grande giocatore, lealtà alla Roma immensa, grande persona. Bobo Vieri: merita anche il successo con la Bobo tv, è un grande calciatore ma all’Inter mi piaceva meno, mi è piaciuto di più quando è venuto al Milan. Batistuta: grande attaccante, grande atleta. Del Piero: è un genio, elegante, di squadra. Cordoba: è un ferro, impressionante, ma un ragazzo dolce, quando ti picchiava diceva 'Mi dispiace'".

"Negli ultimi anni ho sofferto tanto, ma ho cercato di allungare la mia carriera, l’Europeo in casa mia è stato l’apice, lo hanno visto anche i miei figli, lì in Ucraina mi sentivo bene, mi sono liberato, mi hanno cercato in tanti ma io sentivo di aver finito dove volevo finire, giocando bene in casa mia".

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