Napoli, Mazzarri si gioca tutto: con Genoa e Barça per rilanciarsi

Cinque giorni, due partite, una sola strada: vincere. Walter Mazzarri, al netto delle dichiarazioni di rito, traballa pericolosamente. La sua esperienza al Napoli è stata sin qui fallimentare, con ben otto sconfitte e la metà dei gol segnati rispetto al predecessore Garcia che pure non aveva assolutamente preso una strada corretta. La conferenza stampa estremamente piccata e nervosa pre Genoa ha lasciato intendere che, tra "repressi" e giocatori dalle situazioni più o meno complesse da gestire (Osimhen nell'immediato, Zielinski da qui a fine anno), il tecnico ha ben più di un nervo scoperto.

Al momento, a preservare la posizione del tecnico, è solo il legame affettivo con la piazza e con il presidente De Laurentiis. Che lo ha sempre protetto sulla base di un antico senso di riconoscenza, al netto di una squadra che ancora non gira e che sembra incastrata in un pericoloso limbo tattico tra difesa a tre e difesa a 4, nel quale ben pochi interpreti stanno riuscendo ad esaltarsi. Lo spettro di un terzo allenatore in una stagione maledetta è reale, con Marco Giampaolo in prima linea, ma due prestazioni convincenti coadiuvate da un successo potrebbero far tornare il sereno, soprattutto se l'exploit dovesse arrivare in Champions con il Barcellona. In campionato però il ritardo è evidente e le concorrenti al quarto posto, oltre a correre di più in questo periodo, sembrano molto più avanti sul piano degli automatismi in campo: incredibile, a pensare che neanche un anno fa da queste parti si festeggiava un tricolore.

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