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Si è giocata ieri sera la prima amichevole della storia tra Spagna e Brasile a Madrid, nella prestigiosa cornice del Bernabeu. Una prima volta che ha però vissuto un prologo quasi sessant’anni fa. La nazionale verdeoro, infatti, aveva già fatto il suo esordio nello stadio del Real Madrid nella lontana estate del 1966. Era il 21 giugno e ad aspettare i brasiliani non c’era un’altra nazionale ma l’Atletico Madrid. Il programma per la prima gara in assoluto del Brasile sul suolo spagnolo sarebbe dovuto essere diverso: l’accordo prevedeva infatti che contro i verdeoro sarebbe scesa in campo una selezione di giocatori delle squadre di Madrid in una gara diretta nel primo tempo da un arbitro brasiliano e nel secondo a uno spagnolo.
Una gara evento, con un’importante attenzione mediatica: arrivava in Europa la squadra che poche settimane dopo avrebbe cercato in Inghilterra la conquista del suo terzo Mondiale consecutivo. Forse anche per celebrare l’importanza del match, si decise alla fine che a sfidare i campioni brasiliani sarebbero stati solo i calciatori dell’Atletico Madrid, freschi di conquista del campionato, seppur senza le principali stelle impegnate con la Spagna per preparare il Mondiale. Tutta l’attenzione era però inevitabilmente concentrata sulla stella più importante: Pelé. La figura di O Rei dava spazio a voci di ogni tipo, sportive e non solo viste le accuse di Candido Siqueria, leader del Partito Liberale brasiliano, che sosteneva il calciatore fosse una figura importante in un movimento sovversivo che attaccava le istituzioni statali.
Dal momento dell’arrivo in Spagna, con un aereo guidato dallo stesso comandante che aveva portato la nazionale in Svezia e Cile nei due Mondiali precedenti, i brasiliani furono sottoposti a un programma molto intenso: allenamenti, visite in città e tanta curiosità. La stessa che portò oltre 100mila persone all’interno dello stadio per vedere giocare dal vivo Pelè. Seppur con qualche cambiamento rispetto a quanto programmato: la federazione brasiliana rifiutò l’arbitro spagnolo, lasciando dirigere la gara solo al fischietto sudamericano. E dando inevitabilmente spazio a polemiche tra fuorigiochi, rigore ed esplosione dubbia che aiutarono il Brasile a vincere 5-3. Tutto, però, fu dimenticato in fretta grazie alla tripletta di Pelè, che incantò i presenti. Ma che, poche settimane dopo, non riuscì a vincere la terza coppa del mondo consecutiva.
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