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Calciomercato: dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita, passando per Cina e Giappone

3 AGOSTO
CALCIO/CALCIOMERCATO

L’Arabia Saudita è entrata prepotentemente nel mercato del calcio mondiale e sta attirando tantissimi campioni nel suo massimo campionato, grazie alla ricchezza dei suoi club che hanno la possibilità di convincere grandi campioni con offerte anti-concorrenziali per qualsiasi altra nazione...

SPORT TODAY

L’Arabia Saudita è entrata prepotentemente nel mercato del calcio mondiale e sta attirando tantissimi campioni nel suo massimo campionato, grazie alla ricchezza dei suoi club che hanno la possibilità di convincere grandi campioni con offerte anti-concorrenziali per qualsiasi altra nazione. Il nuovo meridiano di Greenwich del calciomercato sembra dunque spostarsi verso l’Arabia Saudita, come in passato era accaduto con gli Stati Uniti. Anche la MLS, infatti, sta investendo da anni sul calcio. Tanti campioni sono passati o giocano negli USA: da Pirlo e Ibrahimovic negli anni scorsi a Chiellini e, addirittura, Messi adesso. L’asso argentino ha infatti scelto l’Inter Miami dopo l’esperienza al Psg e ora l’attenzione per il campionato americano sarà sicuramente più alta.  Come lo è da dicembre 2022 per la Saudi Pro League con l’arrivo di Cristiano Ronaldo e lo sarà ancora di più dopo gli altri grandi acquisti recenti. È strano pensare che i due migliori giocatori al mondo degli ultimi vent’anni giochino adesso tra Stati Uniti e Arabia Saudita. Un segnale più che evidente che il calcio è cambiato e cambierà ancora, andando sempre più verso l’idea di business e favorendo i mercati più ricchi. L’Arabia e gli Stati Uniti sono gli esempi attuali più chiari e significativi. Non resta che vedere quali saranno gli scenari futuri e se anche questi vivranno le stesse parabole di chi li ha preceduti, come la Cina e il Giappone. 

IL FALLIMENTO DELLA STRATEGIA CINESE 

Negli anni scorsi, infatti, i due Paesi asiatici hanno provato, senza riscontrare grande successo, le stesse strategie, tentando di investire nello sviluppo del calcio grazie a solide basi economiche e politiche. Il Giappone lo ha fatto con tentativi sporadici nel corso degli anni (da Schillaci a Iniesta), ma partendo da un bacino d’utenza e un patrimonio tecnico più alto rispetto agli altri paesi orientali. Diverso il discorso per la Cina, che di certo non ha ottenuto i risultati sperati. Dopo i Mondiali del 2002 (unica partecipazione della storia), la federcalcio cinese ha stravolto i campionati e creato la “Chinese Super League”. Negli anni successivi si sono iniziati a vedere i primi risultati con un movimento oggettivamente in crescita ed è cominciata così l’era dei grandi investimenti.  Il Guangzhou FC è la squadra che con Marcello Lippi e Fabio Cannavaro in panchina ha dominato per alcuni anni il campionato, ma in generale l’intero torneo ha potuto contare nel tempo su giocatori come Drogba, Lavezzi, El Shaarawy, Oscar e tanti altri che hanno scelto di accettare le offerte faraoniche dei club asiatici. Il valore delle squadre è cresciuto in modo considerevole e c’è stato anche un netto aumento del numero di spettatori allo stadio e di ascolti in tv. Si è però rivelato tutto un fuoco di paglia. La scalata del calcio cinese ai vertici non è stata così scontata, qualcosa è andato storto: la nazionale cinese non ha mai ingranato e non è è più riuscita a qualificarsi per i Mondiali. Le scuole calcio non hanno riscontrato successi e non si è registrato un boom di talenti da coltivare. È così che i vertici calcistici e istituzionali hanno iniziato a capire di aver usato i soldi in modo inutile e il governo ha deciso così di chiudere i rubinetti, mettendo limiti anche agli investimenti all’estero e stabilendo un tetto agli stipendi dei calciatori. Delle scelte che di fatto hanno posto la parola fine alla breve “era d’oro” del calcio cinese.  

STATI UNITI IN CRESCITA, IL FUTURO SARÀ IN ARABIA? 

Il Giappone e (soprattutto) la Cina ci hanno provato e hanno fallito. Gli Stati Uniti ci provano da un po’ e qualche risultato lo stanno ottenendo. Con il colpo Messi, tra l’altro, potrebbero guadagnare ulteriori punti e gli effetti si vedranno nel medio/lungo periodo. Ora, però, si è inserita prepotentemente l’Arabia Saudita, con grandi colpi di mercato e una capacità economica senza limiti. Le basi sono considerevoli e il mercato lo sta dimostrando. Il campionato arabo è riuscito in poco tempo a convincere non solo giocatori vicini al ritiro, ma anche calciatori nel pieno della loro carriera (vedi Milinkovic). A questi se ne aggiungeranno altri, che accetteranno le offerte dei petroldollari e si trasferiranno in Saudi Pro League, dando sempre più risalto al campionato. Infine, rispetto a Cina, Giappone e Stati Uniti, il Medio Oriente (l’Arabia Saudita, così come il Qatar) ha il fuso orario dalla sua: per gli appassionati europei di calcio sarà sicuramente più facile seguire quei tornei rispetto ai campionati cinese, statunitense e giapponese. Ora non resta che vedere come si evolverà la situazione. Sarà un fuoco di paglia anche quello arabo o riuscirà a conquistare il calcio mondiale?

Giorgio Chiellini, Los Angeles FC, MLS

Getty ImagesGiorgio Chiellini, Los Angeles FC, MLS (luglio 2023)

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