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Calciomercato, i grandi colpi a parametro zero

3 AGOSTO
CALCIO/CALCIOMERCATO

È il 15 dicembre 1995. Parte da qui la lunga storia dei parametri zero. L’epocale sentenza Bosman, infatti, permette ai calciatori di trattare con altri club alla naturale scadenza del proprio contratto...

SPORT TODAY

È il 15 dicembre 1995. Parte da qui la lunga storia dei parametri zero. L’epocale sentenza Bosman, infatti, permette ai calciatori di trattare con altri club alla naturale scadenza del proprio contratto. Un verdetto che cambia per sempre la storia del calciomercato. Sì, perché a partire da allora sborsare una barca di soldi non è più stata l’unica via per accaparrarsi degli autentici fuoriclasse del pallone. 

VIALLI, IL PRIMO GRANDE COLPO A PARAMETRO ZERO 

A inaugurare la lunga carrellata di nomi trasferitisi gratis da un club a un altro è il compianto Gianluca Vialli. Ritenuto non più funzionale alla causa bianconera, dopo aver alzato al cielo da capitano la Coppa dei Campioni 1996 conquistata in finale ai rigori contro l’Ajax, Lippi decide di lasciarlo partire direzione Londra, sponda Chelsea. Determinanti in questa trattativa, all’epoca del tutto nuova, sono i due procuratori Pasqualin e D’Amico. Ai Blues l’attaccante ex Sampdoria dimostra di non essere affatto un calciatore sul viale del tramonto: diventa, insieme agli altri due italiani Di Matteo e Zola, una colonna portante del club, portato già al primo anno alla vittoria della FA Cup e aggiornando la bacheca dei londinesi dopo oltre 25 anni di magra (l’ultimo trofeo conquistato era la Coppa delle Coppe 1971). Nei suoi tre anni al Chelsea colleziona 40 gol in 87 presenze, facendosi certamente rimpiangere dai dirigenti della Vecchia Signora che avevano deciso di lasciarlo andare.  

LUIS ENRIQUE AL BARÇA, MCMANAMAN AL REAL. CAMPBELL FA INFURIARE GLI SPURS 

La stessa estate, clamoroso trasferimento in Spagna: il presidente del Real Madrid Lorenzo Sanz decide infatti di non rinnovare il contratto di Luis Enrique che, dopo cinque stagioni ai Blancos, si accasa al Barcellona, diventandone successivamente capitano e uomo simbolo. Inizialmente non mancano i mugugni, ma poi Lucho si guadagna la stima dei compagni e dei tifosi, stringendo un legame indissolubile con i catalani anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Il numero uno madrileno, però, riesce parzialmente a farsi perdonare per l’errore ingaggiando nell’estate del 1999 quello che il Sun in quel momento definisce il terzo calciatore britannico più forte della storia dietro a Keegan e Charles: Steve McManaman. Dopo 9 anni passati al Liverpool sceglie di non rinnovare con i Reds e si trasferisce alla Casa Blanca. Complice la concorrenza di un certo Luis Figo, non riesce a replicare quanto di buono mostrato in Inghilterra, ma viene ricordato per lo splendido gol segnato nella finale di Champions League 2000, il derby spagnolo vinto 3-0 contro il Valencia. Bissa il trionfo nel 2002 (2-1 contro il Bayer Leverkusen a Glasgow), diventando l’unico calciatore inglese a vincere la Champions League per ben due volte con un club straniero. Restando sempre nella terra di Albione, stessa sorte toccò a Sol Campbell, che nel 2001, dopo nove anni e la fascia di capitano del Tottenham, rifiuta il rinnovo faraonico offertogli dagli Spurs per trasferirsi nell’altro club del Nord di Londra: l’Arsenal. Grande delusione per i tifosi che gli fanno pervenire anche minacce di morte. Passata la burrasca, il difensore vince due Premier League, tre FA Cup e due Community Shield con i Gunners. Cambia il clima e lo scenario nel 2003 quando Cafu passa al Milan dopo sei anni alla Roma (tra i protagonisti dello storico scudetto del 2001). Il terzino brasiliano, elemento centrale nei giallorossi di Capello, viene lasciato partire, ma anche in rossonero dimostra il proprio valore vincendo tutto.  

DA CAMBIASSO A JULIO CESAR: NASCE L’INTER DEL TRIPLETE 

Rimanendo a Milano, sponda Inter, l’estate dopo sono i nerazzurri a chiudere un gran colpo: Esteban Cambiasso, nonostante i tentativi di rinnovo del Real Madrid, decide di sbarcare in Serie A, facendo la fortuna del club meneghino e diventandone per diversi anni uomo simbolo, vincendo praticamente tutto. È sempre Moratti ad accaparrarsi a zero l’anno seguente Luis Figo e Julio Cesar. Il portoghese, ritenuto ormai sul viale del tramonto dai Blancos, contribuisce ai successi nerazzurri, mettendo in bacheca quattro scudetti, tre Supercoppe italiane e una Coppa Italia. L’estremo difensore brasiliano, invece, dopo i sei mesi in prestito al Chievo per non sforare il tetto massimo di extracomunitari, diventa il guardiano della porta nerazzurra dal 2005 al 2012, griffando con le proprie parate il Triplete del 2010. Altro giro, altra corsa. Nel 2006 Michael Ballack, dopo quattro anni al Bayern Monaco, si trasferisce al Chelsea contribuendo ai successi dei Blues fino al 2010, quando sceglie di tornare al Bayer Leverkusen per chiudere la carriera. Sempre dai bavaresi arriva alla Lazio nel 2011 un certo Miroslav Klose. L’attaccante tedesco vive nella Capitale una seconda giovinezza, finendo in quello stesso anno anche nella lista dei candidati al Pallone d’Oro.  

PIRLO-BARZAGLI-POGBA: TRIPLO COLPO JUVE 

Nella stessa stagione la Juventus assesta un doppio colpo incredibile: in estate prende gratis Pirlo dal Milan, mentre a gennaio riporta in Serie A Barzagli dopo l’esperienza al Wolfsburg, club con il quale vince la Bundesliga 2009. I due italiani diventano i pilastri della squadra bianconera, che prima con Conte e poi con Allegri torna al successo dopo alcuni anni bui. Passano sei mesi e la Vecchia Signora firma il tris: nell’estate 2012 è il giovane centrocampista Paul Pogba il grande colpo. Probabilmente uno dei pochi abbagli di Sir Alex Ferguson, perché il francese a Torino dimostra di essere tra i più forti al mondo nel proprio ruolo.  

DA LEWANDOWSKI A MESSI: I TOP PARAMETRI ZERO DEGLI ULTIMI ANNI 

Viene invece ritenuto un vero e proprio tradimento quello di Lewandowski, che dopo quattro anni al Borussia Dortmund, nel 2014 si trasferisce al Bayern Monaco. Con i bavaresi vince tutto, decidendo però di non rinnovare nel 2022 per accasarsi al Barcellona. Nel 2018 in Germania Goretzka si accasa al Bayern dopo cinque stagioni allo Schalke 04, mentre in Italia De Vrij passa dalla Lazio all’Inter ed Emre Can dal Liverpool arriva alla Juve. Bianconeri protagonisti pure un anno dopo, quando alla Continassa arrivano Rabiot e Ramsey, il primo diventa una colonna del club, il secondo si trasforma in una grande delusione. Nel 2020 tocca a Suarez, Cavani e Mkhitaryan cambiare casacca, passando rispettivamente dal Barcellona all’Atletico Madrid, dal Psg al Manchester United e dall’Arsenal alla Roma. Caldissima l’estate seguente per il Psg, che accoglie Donnarumma, Sergio Ramos, Wijnaldum e Messi. Un poker d’assi impressionante. In Spagna Depay lascia il Lione per vestire il blaugrana, mentre Alaba passa dalla Baviera al Bernabeu. In casa nostra Calhanoglu cambia sponda del Naviglio passando dal Milan all’Inter. Italia ancora protagonista nel 2022: Kessie lascia il Milan per andare al Barcellona, mentre Dybala saluta la Juve per accasarsi alla Roma. Messi (dal Psg all’Inter Miami), Thuram (dal Borussia Moenchengladbach all’Inter) e Skriniar (dagli stessi nerazzurri al Psg), sono invece i parametri zero top di questa calda estate di calciomercato. Una lista in continua evoluzione. Tutto a partire da quel 15 dicembre 1995.

Andrea Pirlo, Juventus

Getty ImagesAndrea Pirlo, Juventus 2014-2015

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