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Ciclismo, Baroncini: “Alla Uae per un Grande Giro e le corse di un giorno”

6 OTTOBRE
CICLISMO

Il campione del mondo Under 23 del 2021 si lascia alle spalle due anni di infortuni e correrà con la nuova squadra: “Per me è uno step in più”

SPORT TODAY

Nel 2021, a Lovanio, il titolo mondiale Under 23 a preannunciare un futuro glorioso. Poi, però, tra i professionisti diversi infortuni hanno condizionato le ultime due stagioni di Filippo Baroncini, che in questa stagione riparte con una nuova casacca addosso: dalla Trek Segafredo alla Uae Team Emirates capitanata da Tadej Pogacar.

“Sono felice di questo passaggio, per me è uno step in avanti ed è quello che cercavo personalmente. Senza togliere niente alla Trek, ma in questi anni mi sono reso conto che mi è mancato qualcosa dal punto di vista generale. Credo sia giusto cambiare anche per cercare nuovi stimoli“. Il primo obiettivo sarà gareggiare con continuità: “Sono state stagioni difficili e quasi mi sento di dire di non aver ancora fatto una prima vera stagione da professionista. Dal punto di vista della performance mi sento ancora dilettante, perché non ho avuto la giusta continuità complici chiaramente i tanti infortuni. Sono cresciuto ma rispetto ad altri miei coetanei, al momento, sono rimasto un passo indietro e si è vista la differenza. Loro hanno fatto un passo avanti, io invece ho sempre dovuto inseguire”.

Baroncini sente che è arrivato il suo momento e proverà a sfruttare anche le ultime gare di questa stagione per dimostrare le sue doti: “Mi manca la continuità, ma adesso sento di stare bene. Speriamo in queste ultime gare di stagione di far vedere qualcosa e di trovare le giuste sensazioni in corsa e, perché no, magari provare a centrare un buon risultato. Anche fare un Grande Giro è una cosa che mi è mancata in questi anni e che farò quasi sicuramente il prossimo anno. Un successo mi sbloccherebbe al 100 per cento”.

Baroncini futuro cronoman? “In Colpack ho iniziato a lavorarci tanto e i risultati lo hanno dimostrato. E’ una specialità su cui vorrò lavorarci ancora tanto, sono gare che si giocano sul filo del rasoio e c’è bisogno di un lavoro meticoloso prima”. Gli azzurri promettono tanto tra i dilettanti, ma poi fanno fatica a emergere tra i professionisti: ecco la spiegazione del giovane corridore italiano: “Non è il mio caso, ma credo che tante volte si perda il morale. In aggiunta c’è anche, secondo me, la paura di lavorare e caricare troppo”.

Un Grande Giro, ma anche le corse di un giorno nelle prospettive del 2024 per Baroncini: “Potrò dire la mia anche in queste gare, poi sarà la strada a parlare. L'importante è trovare la giusta continuità, senza intoppi”. Pogacar capitano: “A me piace guardare me stesso, ma sicuramente avere in squadra un corridore come Pogacar sarà un grande stimolo e punto di riferimento. Sono curioso di entrare a par parte della mia nuova squadra”.

A 23 anni si è considerati non più giovanissimi e si aspettano risultati subito importanti: “Penso che sia più importante una crescita graduale, non bisogna adagiarsi sicuramente e perdere tempo, però neanche avere la smania di voler tutto subito. Il ciclismo è cambiato e chiaramente ci si deve adattare, ma io negli anni ho imparato a saper aspettare anche come conseguenza degli infortuni che ho avuto. Se si tira troppo il motore, si finisce secondo me con il pagarla, ma questo è un mio pensiero”.

 

Filippo Baroncini

Getty ImagesFilippo Baroncini

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