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Ufficiale: Borgofranco d’Ivrea - Crans Montana (207 km)
Effettivamente corsa: Le Châble-Crans Montana (74.6 km)
Pullman
Dopo una lunga trattativa tra il rappresentante dei ciclisti Cristian Salvato e gli organizzatori del Giro d'Italia, la parte italiana della tappa di oggi è stata percorsa in pullman.
Boh: paragonate a quelle del Gavia del 1988 o delle Tre Cime di Lavaredo del 2013, le condizioni di oggi sembravano da passeggiata in compagnia.
Pubblico valdostano
Tutta la nostra solidarietà ai tanti tifosi che attendevano il passaggio dei corridori e si sono dovuti accontentare di una lunga teoria di pullman e ammiraglie: proprio la stessa cosa.
Cima Coppi
Istituita nel 1965 in memoria del Campionissimo, la Cima Coppi è il punto più alto raggiunto dai ciclisti durante ciascun Giro d'Italia.
La Cima Coppi per eccellenza è il Passo dello Stelvio, che con i suoi 2.758 metri s.l.m. è il punto più alto mai toccato dal Giro.
Quest'anno la Cima Coppi doveva essere il Colle del Gran San Bernardo ma il pericolo valanghe ha indotto gli organizzatori a modificare il percorso della tappa di oggi.
La Cima Coppi del Giro 2023 diventa (salvo ulteriori sorprese) il rifugio Auronzo (2.304 metri s.l.m.) nel tappone dolomitico delle Tre Cime di Lavaredo.
Svizzeri in Rosa
I ciclisti svizzeri che hanno vinto il Giro d'Italia sono tre.
Nel 1950 Hugo Koblet, che l'anno dopo avrebbe trionfato anche al Tour de France, divenne il primo non italiano a vincere la Corsa Rosa.
Nel 1954 Carlo Clerici, svizzero di origini italiane, precedette proprio Hugo Koblet, che si era piazzato secondo anche l'anno prima.
Nel 1995 Tony Rominger fu più bravo del russo Evgenij Berzin e di Pëtr Ugrjumov, ciclista lettone che l'anno prima era arrivato secondo al Tour de France.
Einer Rubio (Movistar): 10 e lode
Tra i due litiganti
Il giovane colombiano (cresciuto ciclisticamente in Italia) conquista una vittoria strepitosa confermandosi un ottimo scalatore e sfruttando al massimo le polemiche tra Pinot e Cepeda.
Thibaut Pinot (Groupama-FDJ): 8
Francese Azzurro
Arriva secondo, fa un bel balzo nella classifica generale e conquista la maglia Azzurra di miglior scalatore.
Solo 8? Se non avesse battibeccato a più riprese con Cepeda, probabilmente il francese avrebbe vinto la tappa.
Jefferson Cepeda (EF Education-EasyPost): 9
Terzo posto pesante
L'ecuadoriano è il meno collaborativo tra i fuggitivi ma quando le pendenze si fanno dure si esalta: per lui il terzo posto vale quasi come un successo.
Mads Pedersen (Trek-Segafredo): 8 di stima
Ciclamino addio
Costretto al ritiro, il danese deve rinunciare al sogno di vincere la classifica a punti.
João Almeida (UAE Emirates): 8
Terzo incomodo
Tutti parlano del duello Thomas-Roglič ma attenzione al portoghese.
Damiano Caruso (Bahrain Victorious): 7
Almeno ci prova
Il siciliano tenta un allungo senza fortuna ma almeno ci prova.
Adam Hansen (il presidente dell'Associazione Internazionale dei Corridori) e il 90% dei ciclisti (che hanno votato per modificare la tappa): 2
Assurdo
Delle due l'una: o i ciclisti di una volta (e non ci riferiamo a quelli del ciclismo eroico) erano dei supereroi oppure quelli di oggi sono "viziatelli".
La decisione presa tra ieri e oggi ha del ridicolo. Il Ragionier Fantozzi parlerebbe di "cagata pazzesca".
Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) al microfono: 2
Ma va là
Ascoltando il gallese, che ha dichiarato che forse la tappa è stata più bella così, ci siamo sentiti presi in giro, con la minuscola.
Getty ImagesEiner Rubio