QUESTO SITO NON RAPPRESENTA UNA TESTATA GIORNALISTICA IN QUANTO VIENE AGGIORNATO SENZA ALCUNA PERIODICITA'

Giro vs Tour: la sfida infinita

5 MAGGIO
CICLISMO/TOUR DE FRANCE

Il divario tra Giro d'Italia e Tour de France sembra ormai incolmabile

MARIO COSCO

Una volta, non molto tempo fa in fondo, ci si chiedeva se fosse più importante il Giro d'Italia o il Tour de France e quale fosse l'effettivo divario tra le due gare ciclistiche a tappe più importanti del mondo.

Ora queste domande non sono più di moda; perso il duello con la Grand Boucle, la Corsa Rosa deve guardarsi dalla Vuelta perché il Giro di Spagna, che è nato solo nel 1935 e fino a qualche anno fa era una specie di allenamento per il Mondiale, sta guadagnando sempre più consensi.

Quali sono i motivi per cui il Tour conta più del Giro?

Età

Nello sport la tradizione ha un peso importantissimo e il Tour de France (1903) è nato sei anni prima del Giro d'Italia (1909).

Montepremi

Il montepremi complessivo del Tour è molto più alto di quello del Giro.

Nel 2022 la Grand Boucle ha messo sul piatto 2,3 milioni di euro contro l'1,5 del Giro.

Indossando la Maglia Gialla sui Campi Elisi, il danese Jonas Vingegaard si è messo in tasca 500.000 euro, poco meno del doppio di quanto guadagnato da Jay Hindley, diventato il primo australiano a vincere il Giro d'Italia.

Elenco degli iscritti

Strettamente legato al secondo, il terzo motivo di distinzione è rappresentato dalla lista dei partenti.

Negli ultimi tempi i campioni più importanti hanno la tendenza a snobbare la Corsa Rosa per concentrarsi sul Grande Ricciolo.

Protagonisti di un duello favoloso al Tour de France 2022, Jonas Vingegaard e Tadej Pogačar si sono guardati bene dall'iscriversi al Giro d'Italia 2023.

Anzi, Tadej Pogačar, da molti considerato il ciclista più forte del mondo, al Giro non è proprio mai venuto.

Obiezione: sabato alla partenza di Fossacesia Marina ci saranno il campione del mondo Evenepoel, lo sloveno Primož Roglič e il già vincitore del Tour de France Geraint Thomas.

Verissimo, ma: Thomas, che durante il Giro compirà 37 anni, il Tour lo ha conquistato nel 2018; Roglič (che in Spagna ha fatto tripletta) ed Evenepoel sono i vincitori delle ultime quattro edizioni della Vuelta.

Organizzazione

Il Tour de France è organizzato da la Société du Tour de France, una sussidiaria della Amaury Sport Organisation (ASO), un'organizzazione che si occupa anche di altre grandi corse (Liegi-Bastogne-Liegi, Parigi-Roubaix e Vuelta a España su tutte) ed è parte del gruppo che possiede L'Équipe.

La Société du Tour de France impiega una settantina di persone a tempo pieno, che diventano più di 200 durante il periodo della corsa, senza contare i 500 lavoratori a contratto per preparare il percorso delle tappe.

Al Tour de France, quindi, tutto è curato nel minimo dettaglio.

Un esempio? Al Giro d'Italia può succedere che le squadre fatichino nel trovare un posto per i loro mezzi; al Tour ci sono parcheggi riservati protetti come Fort Knox.

Copertura mediatica

Se chiedete a un giapponese di indicarvi la corsa ciclistica più importante del mondo vi risponderà come una svedese o un peruviano: il Giro di Francia.

La copertura mediatica della Grand Boucle è eccezionale: nelle tre settimane di corsa, L'Equipe, uno dei quotidiani sportivi più famosi del mondo, ci racconta tutto quello che accade prima, durante e dopo la tappa, relegando il calcio e il rugby al ruolo di gregari.

Il Giro? Persino sulla Gazzetta dello Sport, che è coinvolta nella sua organizzazione e alla quale dobbiamo il colore della maglia del leader, la Corsa Rosa spesso perde il confronto con il calciomercato (che tra l'altro ufficialmente inizia quando il Giro è finito da un pezzo).

Giro del mondo in squadra

Se è vero che in questo momento Francia e Italia non hanno grandi campioni capaci di spostare l'attenzione verso una corsa piuttosto che l'altra, non va dimenticato che tra le 18 squadre che partecipano all'UCI World Tour quattro sono francesi.

Le italiane? Zero.

Champs Élysées

Come insegna la Parigi-Roubaix, che si conclude in un velodromo leggendario, la parte finale di una manifestazione ha un peso speciale.

Ecco, il Tour de France è l'unico grande giro che ha una tappa conclusiva che non conta nulla ma è clamorosamente affascinante anche perché arriva sempre nello stesso posto: per un velocista il traguardo sugli Champs-Élysées vale quanto quello di Sanremo.

Piccole cose

Le figurine dei ciclisti del Tour de France in Francia se la giocano per importanza con quelle dei calciatori. E da noi?

Trovare un francese che si lamenti del passaggio del Tour è quasi impossibile: eventuali problemi di traffico o di altro genere spariscono di fronte al piacere di far vedere al mondo quanto è bella la Grand Boucle.

Consolazione (da cui partire per ridurre il divario)

Oltre a essere più bello paesaggisticamente, il percorso del Giro d'Italia è tecnicamente più interessante di quello del Tour: lo Stelvio, il Pordoi, il Gavia, il Colle delle Finestre, lo Zoncolan e il Mortirolo li abbiamo solo noi.

Il Colle dell'Agnello? Beh, questo in realtà lo dividiamo con i francesi.

Conclusione

A ben guardare nessuna di queste motivazioni è insuperabile: le nostre considerazioni vorrebbero spronare il ciclismo italiano a cambiare marcia e consentire al rosa di affiancare o superare il giallo.

MARIO COSCO
Primoz Roglic e Jonas Vingegaard

Getty ImagesPrimoz Roglic e Jonas Vingegaard

NOTIZIE CORRELATE
MARIO COSCO