Tour de France, Mohoric racconta la sua impresa: "Il ciclismo è uno sport crudele"

E' stato il fotofinish a decretare il vincitore tra Mohoric e Asgreen e il pianto liberatorio con cui il corridore sloveno ha accolto la notizia è una delle immagini più vere del Tour de France 2023.

E' un successo che va oltre la soddisfazione personale, per abbracciare la fatica del mestiere e il rispetto di chi condivide le tue sensazioni , corra assieme o contro di te: "E' una vittoria importante, il ciclista fa un lavoro duro e crudele; dedichi la preparazione alla ricerca della tua forma, trascurando la famiglia, poi vedi che non è facile persino restare alle ruote in gruppo. Due giorni fa sul Col de la Loze ero vuoto, sapevo che dovevo arrivare in cima e poi al traguardo e il giorno dopo ripartire, mi ha caricato pensare come la squadra si impegni da mattina a sera, ci sono ruote da cambiare, materiale da preparare, massaggi.. Ho fatto il massimo per la squadra e per Gino, ma a volte hai la sensazione di tradire chi batti , il ciclismo è uno sport crudele" .

La vittoria è dettaglio, spiega con sincerità il classe 1994: "Volevo solo fare il massimo; sapevo di essere in grado di vincere una tappa al Tour perché ne avevo vinte due, so di avere buone doti, ma che ci sono altri 150 corridori che sono forti e che meriterebbero di salire sul gradino più alto del podio, vorrei che tutti vincessero perché ho visto sui volti la fatica due giorni fa ".

Così commenta infine la volata: "Quando Kasper è partito fortissimo, dopo l'attacco e il successo di ieri, ha mostrato massima determinazione e mi sono domandato se meritassi di essere qui; l'ho seguito e dato tutto, non solo per me. Mi spiace anche per Ben , ha dato una mano alla fuga, credendo nella vittoria, ma sapeva di non essere il più veloce; non sono molto veloce anche io, ma al termine di un giorno così duro non si sa ciò che hai dentro ".