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Anche se a Monza era già ritornato e aveva battuto la sua Ferrari, il GP d'Italia che attende Andrea Stella sarà - come confessa a 'Il Corriere della Sera' - particolare, perché ora è Team Principal McLaren: "Non mi sono mai concentrato sulla carriera, ho cercato di crescere nel mio lavoro mantenendo i piedi per terra; non ho mai bussato alle porte dei capi, ma i cambiamenti sono avvenuti perché qualcuno li ha proposti. Il momento più bello? Abu Dhabi nel 2010, quando Alonso, di cui ero ingegnere di pista, perse il titolo, eravamo arrivati a competere con una Red Bull superiore grazie a un grande impegno. Quello più bello? Vincere nel 2010 a Monza con la Ferrari, eravamo sfavoriti; farlo con la McLaren è stata emozione più matura, ero felice di vedere facce felici ed è per gioie così che continuo dopo 23 anni in questo mondo".
Il progetto della McLaren, seconda squadra più vincente di sempre (183 successi), è sul medio periodo, ma i due podi stagionali di Lando Norris fan sperare in una quinta piazza nei Costruttori che sia solo punto di partenza: "In questa seconda parte di stagione la McLaren deve confermare i progressi, andare a punti e affacciarsi nella lotta per il podio; nel 2024 vorremmo rimanere spesso fra i Top - 3, l'anno dopo l'obiettivo è vincere. Il metodo Stella? Cultura, valori condivisi, spirito di gruppo: i singoli non fanno la differenza, se non sono in grado di trascinare gli altri; è infine importante il rispetto delle competenze. La conoscenza è migliorata con i nuovi tecnici, la nuova sfida è creare la struttura più efficiente. Zak Brown mi lascia molto spazio, è sempre raggiungibile come lo sono io per lui; crede nel dare responsabilità alle persone e mi invita a farlo coi collaboratori, si chiama 'empowerment'. Non serve alzare la voce, né battere sul tavolo i pugni".
Questo il giudizio sui suoi piloti e sul campionato in pugno ai 'soliti noti': "Oscar cresce a ogni sessione, a ogni gara, è una dote che hanno solo i migliori, nella sua testa non c'è rumore; Lando è appetito da grandi team, vincere insieme è un obiettivo speciale; dobbiamo dare loro una vettura competitiva. Durante questo campionato ho ripensato spesso al 2004, quando ero in Ferrari: avevamo vinto 12 gare su 13, ma non era mai facile farlo, pur se da dominatori; perciò rispetto molto sia Max che la Red Bull, non basta avere la monoposto migliore, si deve essere i migliori in ogni aspetto, pilota incluso. In questa F1 vorrei più equilibrio, forse occorre guardare in maniera più profonda il budget cap".
Getty ImagesAndrea Stella