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Acque agitate tra piloti e FIA. A Miami infatti, la Federazione ha redarguito i piloti rei di mostrare anelli, piercing, orologi e quant’altro, facendosi però trovare impreparata su aspetti molto più importanti per quanto concerne lo sviluppo della gara come l'asfalto che Sergio Perez ha definito una barzelletta e sulle barriere di protezione.
Nel weekend di Miami infatti, Carlos Sainz ed Esteban Ocon, hanno sbattuto contro il cemento, mentre a Jeddah, il presidente Mohamed Ben Sulayem e il boss della F1 Stefano Domenicali hanno convinto i piloti a correre malgrado il venerdì un missile sia caduto a pochi km dal circuito.
Sia sul piano politico che su quello sportivo esistono frizioni el l’ultimo pilota in ordine di tempo, a esprimere le sue preoccupazioni è stato Lando Norris: “Penso che al Montmeló noi piloti discuteremo con la FIA. Noi siamo in grado di imparare dai nostri errori, spero che loro facciano altrettanto. Noi piloti siamo in grado di capire di più rispetto a chi non guida e sta dietro una scrivania, e credo sia importante che i nostri consigli siano recepiti“, ha detto il britannico ai giornalisti. “In passato è già successo che avanzassimo richieste inascoltate. È capitato ancora a Miami ed è andata ancora peggio. Siamo noi a guidare, ma vedo che al momento, non ci ascoltino più di tanto“.
Getty ImagesLando Norris at Silverstone