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Wolff supporta Mazepin

7 MARZO
MOTORI/FORMULA-1

“Meritava il sedile”

SPORT TODAY

“Cari tifosi e follower, provo molto disappunto nel realizzare che il mio contratto è stato risolto. Sebbene io comprenda le difficoltà, sono state ignorate le decisioni della Federazione Internazionale e la mia volontà di accettare le condizioni proposte per continuare la carriera in Formula 1. Nessuna prassi è stata seguita in questa decisione unilaterale. Sarò grato per sempre a quelli che hanno cercato di capire. Ho fatto tesoro del mio anno nella massima serie, e spero davvero che possiamo ritrovarci tutti insieme in tempi migliori. Ho parecchie cose da dire nei prossimi giorni”.

Questo il messaggio di poche ore fa di Nikita Mazepin, contrariato dalla decisione presa dalla Haas, che non ha dato seguito alle indicazioni della FIA, che avrebbero consentito al pilota russo di gareggiare, di tagliare il suo contratto. 

Mazepin finisce così con il pagare sostanzialmente le conseguenze generate dall’attacco russo in Ucraina, voluto, ideato e architettato da Vladimir Putin che nulla ha a che fare con la Formula Uno e ne tanto meno con Nikita Mazepin. La decisione però era nell'aria, nonostante le parole di incoraggiamento di Ecclestone o il supporto di Marko, manager della Red Bull.

Mazepin purtroppo non sarà il primo atleta a pagare queste conseguenze e anche il Team Principal della Mercedes, Toto Wolff, ha voluto esprimere il suo parere, in merito alla decisione della Haas di licenziare il pilota russo.

“Ho l’animo diviso – ha spiegato Wolff – perché Nikita di per sé è un ragazzo che merita di essere in Formula 1. Lui può guidare. Alcune leghe sportive hanno deciso di consentire agli atleti russi di competere, altre sono stati più dure nel negare loro l’accesso“.Tuttavia Wolff, se da una parte sostiene Mazepin, dall'altra ha chiarito di essere assolutamente favorevole rispetto alla scelta del Circus di non andare a gareggiare in Russia, né quest’anno né nelle prossime stagioni. “La Formula 1 e lo sport sembrano minuscoli in un contesto del genere. Per questo abbiamo deciso di non correre a Sochi. Credo che la Formula 1 abbia fatto una dichiarazione significativa, così come molte altre industrie del mondo. Questo è il tema schiacciante di oggi e ci permette di rivalutare tutti i piccoli problemi che abbiamo nello sport: ci sono cose molto più importanti”.

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