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Tutto il mondo della MotoGp è in estasi per il ritorno in pista di Marc Marquez, rientrato nel Circus dopo il terribile infortunio di Jerez dello scorso anno, caduta che gli ha causato la frattura dell'omero ed un difficilissimo calvari odi riabilitazione, condito anche con la paura di non essere più in grado di tornare il modo.
Ai microfoni di Radio Catalunya, il vincitore di 8 titoli del Motomondiale ha parlato di vari temi, iniziando dal tanto discusso holeshot. Di cosa si tratta esattamente? L'Holeshot, che tradotto suona (più o meno) "scatto dalla buca", è un sistema sviluppato per limitare l'intervento dell'anti-wheeling, permette al pilota di comprimere le sospensioni della moto in modo da ridurre l'altezza da terra del baricentro, a tutto vantaggio di un migliore spunto quando si apre il gas. Questo nuovo sistema può essere molto utile in partenza ma, secondo Marc, in gara rischia di rivelarsi un boomerang sia a danno dello spettacolo, sia a danno della sicurezza, tema che dopo il suo incidente gli sta particolarmente a cuore:
"La MotoGP è cambiata: sorpassare è sempre più difficile e spesso diventa necessario inventare manovre al limite, in tratti particolarmente tortuosi, correndo anche qualche rischio di troppo [...] La Safety Commission è sempre attenta ai miglioramenti e alle aree da sistemare, mantenendo sempre il dialogo con i piloti, ma è evidente che ci sono circuiti più vecchi di altri dove è impossibile ampliare le vie di fuga".
Poi si passa al tema dell'estremo sviluppo tecnologico, in quanto il resto lo fa il livello raggiunto dalle moto, che ormai potrebbero tranquillamente raggiungere i 400 km/h, e la caratura dei piloti che arrivano in MotoGP, ossia sempre più abili a spostare il limite:
“Siamo nel miglior campionato del mondo con le migliori marche e molti campioni che fanno parte della griglia della MotoGP e tutti vogliono che le moto corrano. Per ora è così, non so se in futuro sarà il caso di farsi delle domande".
Infine, una risposta da vero politico e pilota navigato. Nel corso dell'intervista viene chiesto al "Cabroncito" cosa ne pensi di Valentino Rossi e del suo nuovo team VR46, e della possibilità che anche per lui, dopo la vita da pilota, possa aprirsi la possibilità di restare nel paddock come team manager:
"Non ho una risposta perché sono felicissimo di poter correre di nuovo e spero di farlo ai massimi livelli per altri anni e, in secondo luogo, perché non ho idea se voglio o meno rimanere legato al Mondiale quando mi ritirerò. Adesso sono qui, gareggio, sono ancora in Coppa del Mondo perché voglio vincere. Il giorno in cui sentirò che non sono competitivo, che non posso vincere, resterò a casa".
Getty ImagesMarc Marquez