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In un'intervista al sito Mow, Valentino Rossi ha ammesso di essere diventato molto meno superstizioso rispetto a quando correva: "Ho diminuito un sacco. Era diventato un incubo, da psicopatico. Prima, se qualcosa non andava, entravo in paranoia, ora invece la prendo con più tranquillità".
Per quanto riguarda i rivali in GTWC, Rossi ha precisato: "Non ce n’è uno di preciso. Studio i più forti, Maxim Martin, Dries Vanthoor, Marcello, poi ci sono Pierguidi e Fuoco della Ferrari. Qui è tutto più impersonale perché ci sono centocinquanta piloti, in MotoGP invece stai sempre con quei venti di cui sai tutto, vita, morte e miracoli e poi in pista li vedi praticamente negli occhi. Adesso faccio mezza gara a sportellate con uno e non so neanche chi è. E poi, sai qual è il problema? Ora fare polemica con qualcuno, è troppo impegnativo. Trenta siti che riprendono quello che hai detto, è uno stress. Adesso è tutto amplificato. Perché secondo me il sentimento fra piloti è lo stesso di vent’anni fa, cioè si stanno sul c..... tutti. Ognuno ha quei due, tre che proprio odia, però non lo dicono o non vivono più".
Infine, Rossi ha chiuso parlando di un possibile ruolo in MotoGP: "Mi piacerebbe averne uno tra un po', vediamo. Il ritorno in pista? Impossibile. Al massimo posso tornare come commentatore. È che farlo sempre è un grande impegno, un lavoro. Però una volta ogni tanto mi piacerebbe. Prima o poi succederà".
Getty ImagesValentino Rossi